Una cena da Vita Pugliese…

Sono passate due settimane dalla nostra cena da Vita Pugliese a Conversano, e nel risistemare le foto, mi è venuta voglia di ritornarci presto.
Cucina nuova per questo delicatissimo posto, cucina che noi in parte già conosciamo per affetto, perchè i nuovi chef di Vita Pugliese sono Marina e Lello di Amula Cucina Creativa.
Senza raccontare il nostro affetto per loro, ho deciso di raccontarvi la cena…

Innanzitutto abbiamo organizzato un sabato sera da soli, e lasciata la piccola Irene dai nonni (santi nonni!), per noi cinema e cena: insomma un grande classico. Grande anche il contrasto tra film e cena, un Tarantino bello impegnativo e cruento e una cena raffinata da Vita Pugliese.

IMG_6459Ero emozionata, sapevo (e non sapevo) cosa mi aspettava e devo dire che quando Leo ci ha portato il piatto di benvenuto, a base di opunzia e burro di nocciola sono entrata nel panico. Come lo mangio, come si mangia, e soprattutto cosa sto mangiando?
Ho pensato di essere finita in uno di quei posti chic che mangi e non mangi, e non sai che mangi, ma fa figo! e già pensavamo ad un piano di emergenza, con annesso panzerotto…

A questo punto ordiniamo il vino (Bombino Rosato di Giancarlo Ceci, una garanzia), diamo il via alla cena e, da qui in avanti, ci godiamo un crescendo di sapori, profumi, colori.

Le verdure fritte accompagnate da una maionese vegetale: avete mai mangiato le foglie di borragine o lo zenzero fritto, no?allora provatelo!
A seguire, la burratina con capocollo di Martina Franca su un letto di papaverine. Io adoro le “malerbe” e le apprezzi di più se vai con Marina a raccoglierle!
Le seppioline marinate in agrodolce alla curcuma e riso nero, un tripudio di sapore. La marinatura alla curcuma si è rivelata un ingrediente veramente speciale unito alle seppioline che conservano, per contrasto, un gusto leggerissimo.
Il mio buon umore cresceva e le mie papille gustative erano in estasi… Ma niente in confronto all’assaggio della Palamita candito, radici e foglie, opunzia in emulsione.
Li, ho avuto la sensazione di assaggiare il mare, cottura dolcissima, giusto una marinatura in sottovuoto, per consentire di assaporarne il sapore autentico.

Questi gli antipasti, questa una cucina lieve nei gusti e rispettosa, nella cottura, di ciascun ingrediente. Un’esperienza resa ancora più interessante dall’abitudine abbastanza diffusa ai gusti decisi e profondi. Questa cena ci è sembrata come una sorta di piccolo allenamento per le papille gustative, per riabituarle a cogliere le sfumature piuttosto. Devono concentrarsi e farsi coccolare da questi nuovi sapori, per riuscire ad assaporare ogni pietanza nella sua complessità, senza far sembrare il piatto, all’assaggio, un unico ingrediente. Ma non solo il gusto e l’olfatto hanno tratto giovamento da questo allenamento, ma anche la vista ha goduto di un impiattamento ordinato, elegante ma caldo, che in un certo senso è riuscito a metterci a nostro agio.

Una cucina forse difficile per chi è abituato ad altro, ma da provare e dalla quale lasciarsi guidare.

Abbiamo continuato con i secondi, saltando i primi per lasciarci qualche novità per la prossima visita.

Con Gianluca ci siamo divisi, amorevolmente, il baccalà in salsa agrodolce e purea di sedano e lo sformatino di rape con cuore di cioccolato fondente, salsa leggera di patate. Conoscevo gli sformatini di Marina e Lello, leggerissimi, ma questa versione è veramente speciale, le rape e il cioccolato fondente si uniscono, esaltandosi a vicenda, in un connubio potente.

Abbiamo terminato con i dolci “non dolci”, come piacciono a Gianluca: una frolla di riso nocciole, frangipane di mandorle crema vaniglia e limone e una pera al vino rosso, salsa croccante di semi, panna di mandorle.

L’impressione generale è di una cena ottima, sicuramente da ripetere per assaggiare il resto del menu, il tutto nella cornice elegante e d’atmosfera che i gestori di Vita Pugliese hanno saputo dare al loro locale fin dal primo giorno.

Dopo questa serata, sono sempre più certa della assoluta verità della frase “La bellezza salverà il mondo” (L’idiota di Dostoevskij).

E la bellezza sta, anche, in ciò che mangiamo.

Frijole e licoli

Anche quest’anno è arrivato il carnevale e ovviamente noi lo boicottiamo alla grande 🙂

Ma non posso rinunciare alle Frijole, dolce tipico che si fa in Sardegna in questo periodo. L’anno scorso ho provato a farle, ed ero soddisfatta ma quest’anno in maniera del tutto inaspettata sono entusiasta del risultato. Ho preparato l’impasto utilizzando il LiCoLi (lievito in coltura liquida), non avevo grandi aspettative e invece… una bomba.
Il tutto fatto lunedì sera prima di andare a dormire, farina 1, limone, liquore al finocchietto, acqua e licoli. Martedì sera la massa era ben lievitata e così via in una bella frittura in olio extravergine d’oliva.

Ovviamente non sono venute bellissime come le fa mia mamma, che devo ancora capire come riesca a gestire un impasto semiliquido con le mani (lei le fa con il buco come se fosse una ciambella io le ho fatte lunghe) ma temo che questo rimarrà un mistero della fisica 🙂

frijole

La ricetta molto approssimativa:

700gr di farina 1
1 limone grattugiato
2 cucchiai di liquore al finocchietto
2 cucchiai di LiCoLi
Acqua a occhio, la massa deve essere molto molto morbida
Si unisce il tutto “sbattendo” l’impasto da sotto a sopra per fare incorporare più aria possibile.
Coprire con un telo e lasciare a lievitare per 24 ore*

*io all’ora di pranzo ho dato un’altra impastata
(è molto terapeutico il tutto, scarichi un po’ di tensioni maltrattando la massa 🙂 )

Pane e amore

La prima panificazione non si scorda mai…be la mia è di pochi giorni fa.

Qualche giorno fa ho preso il coraggio a due mani e ho deciso di fare il pane, il pane con il lievito madre.
Dopo due morti (parlo dei lieviti del passato) la mia amica Marina (la scief di Amula) mi ha donato nuovamente il lievito madre assicurandomi che questa volta sarebbe stato facile prendermene cura, ovviamente mi sono fidata e, ho fatto bene.

Un pomeriggio vedo la foto di questo splendido pane degli amici di #cottoamano, allora decido che era arrivato anche il mio momento. Le materie prime le avevo tutte così mi sono lanciata, chiedo la ricetta e la sera metto le mani in pasta (ovviamente come mio solito ho cambiato qualche cosa!)

Insomma il risultato è stato soddisfacente quando ho tolto le mie pagnotte dal forno mi sono commossa, è stato bellissimo e mi sono chiesta ma perchè non l’ho fatto prima.

Stasera panifico di nuovo vediamo che verrà fuori

Evviva il pane fatto in casa!

pane

I piatti viziosi…

I piatti viziosi ogni tanto fanno bene allo spirito, e questi è uno di quelli!

Paccheri con fave, gamberetti, pomodorini e menta.

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Ecco come li abbiamo fatti:

Fai cuocere le fave in acqua bollente, una volta cotte togli la buccia a una buona parte di queste.
Metti olio abbondante in una casseruola e aggiungi aglio, pomodorini e menta, fai appassire un poco.
Aggiungi le fave cotte e i gamberetti sgusciati.
Fai cuocere tutto insieme aggiustando di sale e peperoncino.
Scola i Paccheri molto al dente e finiscili di cuocere con il le fave, i pomodorini e i gamberetti, aggiungi un po’ d’acqua di cottura (stessa acqua dove hai cotto le fave!).

Metti nel piatto, mangia e sii felice 😀

Fave Bio&Sisto
Gamberetti freschi presi al mercato del pesce di Mola di Bari
Pomodorini Picadilly
Menta del nostro balcone

Ti porto l’orto a cena

Una bella serata quella che abbiamo trascorso il 27 marzo scorso…

In occasione della rassegna “Ti porto l’orto a cena”, organizzata dai nostri amici di Bio&Sisto, abbiamo preparato una cena per nove persone tutta a base dei prodotti che la terra di Tortorella ci poteva offrire.

Il menù è un po’ cambiato dal momento in cui l’abbiamo pensato al momento in cui abbiamo fatto la spesa, se compri direttamente dalla terra devi raccogliere quel che ti offre, questo è proprio l’aspetto che a noi piace tanto!

Morale il menù di quella sera è stato:

Antipasto
Insalata di indivia riccia con olive, capperi, arance e aceto balsamico menta e verbena
Calzoncini con cicoria pinoli e uva passa
Focaccia con rape e focaccia barese
Sott’olio bio&sisto su cracker fatti in casa

Primo
Ravioli di ricotta con pesto di radicchio

Dolce
Crostata di marmellata d’uva di Maria
Caffè

Una piacevolissima serata con graditissimi ospiti, ovviamente non conosciuti e questo è il bello di Gnammo, poter ospitare persone che non conosci e stringere nuove amicizie.

La tavola e la buona cucina sono il modo migliore per passare il tempo e stringere legami!

La domenica dei ravioli

Metti una domenica a pranzo, un cespo di scarola, un sacchetto di semola di grano duro, un fuscello di ricotta e il pranzo della domenica è salvo.
Una coccola per noi!

Ravioli di semola e scarola ripieni di ricotta e pecorino romano grattugiato

La ricetta per circa 35 ravioli:
350 gr di semola di grano duro
150 gr di scarola stufata e strizzata
250gr di ricotta
pecorino romano grattugiato a piacere

La massa
Impasta la semola e la scarola, finchè l’impasto non risulta bello sodo, aggiungete un po’ di sale. Niente acqua per me poichè la scarola, nonostante l’abbia strizzata, ne conteneva molta.

Il ripieno
Mischiate la ricotta con un pizzico di sale, un filo d’olio evo e il pecorino romano

Con l’aiuto della nonna papera fatte delle sfoglie sottili e i vostri ravioli saranno ad un passo dall’essere pronti per essere mangiati!!!
Ah noi li abbiamo conditi con un sugo semplice semplice di pomodorini pelati e basilico (abbiamo ancora il basilico sul balcone!)

Evviva la domenica!!!

Marmellata di mandarini che poi erano arance!

Primo esperimento di autoproduzione di marmellata #duemari!

Ieri sera apro il frigo, cosa vedo?!lei la busta piena zeppa di mandarini e non dei mandarini qualsiasi ma i mandarini Bio di Cozze raccolti e selezionati uno ad uno da Francesco S.

“OK!” mi dico troviamo una destinazione d’uso, mangiarli tutti è complicato, una busta l’abbiamo già regalata che facciamo? Facciamo la marmellata, si ma io non ho mai fatto la marmellata, che problema c’è usiamo la tecnologia, tra mille ricette tutte lunghe e noiose ne trovo una fatta per me veloce veloce e poco impegnativa.
La modifico in corso d’opera, così per personalizzarla un po’, il risultato?!
Una marmellata fantastica, sto già pensando che dolce fare con questa meraviglia.

La ricetta
1,5 kg di mandarini Bio, lavati e messi in una una pentola ricoprendoli interamente d’ acqua fredda e farli cuocere per circa 20′ dall’ebollizione.

Vi consiglio di farlo di notte così passati i 20’ potete lasciarli scolare a modo

La mattina, dopo la colazione, tagliate i mandarini a metà e togliete i semi, la ricetta originale dice di lasciare tutto il mandarino anche con la buccia, io ne ho lasciata pochissima forse 5/6 mandarini interi.
Passate tutto con il mixer ad immersione, qui scegliete voi se frullare tutto o lasciare dei pezzettini.

Fatta questa operazione, mette la “purea” in una pentola e aggiungete lo zucchero. Io ho ricavato su 1,5 kg di mandarini 1.1kg di purea, e ho aggiunto 400gr di zucchero di canna.
Ho fatto cuocere tutto per 1 ore e 1/2.

Fate bollire i barattoli di vetro poco prima di togliere la marmellata dal fuoco.
Riempite i barattoli con la marmellata e tappateli immediatamente e metteteli a testa in giù, andranno prima sottovuoto (così dice la mia mamma!)

Il gioco è fatto
Buon Appetito

(questo è il link alla ricetta originale
http://blog.giallozafferano.it/maniamore/marmellata-di-mandarini/ )

Sponsali e profumi

“Una cucina senza cappa è una casa, gatti inclusi, che profumerà di sponsali per 15 giorni!!!”

Calzone di sponsali, una vera delizia…

Per prima cosa bisogna comprare gli sponsali Bio&Sisto, la farina d’avena Perniola e la semola rimacinata di grano senatore cappelli di un mugnaio di Minervino Murge, olive in acqua e sale che la mamma sarda ti ha dato quando ti sei trasferita in Puglia!!!

Fatto questo prendete un pacco enorme di Kleenex e pensate alle cose che più vi fanno emozionare avrete una buona occasione per piangere e non dover spiegare perché!

Ecco la ricetta:

La massa

500gr di farina (scegliete voi il mix noi abbiamo fatto 50:50)

300gr di Birra Peroni (avevamo finito il vino)

100gr di Olio EVO

Sale qb

Il ripieno

1 kg di sponsali puliti e tagliati, da far appassire con un po’ d’acqua (in questo passaggio la cappa è fondamenta!)

olive e acciughe a piacere

In forno per ca. 25 minuti (ve ne accorge quando è cotta)

Bon appetit

L. (e G. all’assaggio)